Se hai ricevuto la notifica di un’intimazione di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione e vuoi sapere come risolvere, allora sei nel posto giusto!
È l’atto – simile al c.d. avviso di mora – che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione notifica a imprenditori, professionisti e cittadini per informarli delle tasse e delle sanzioni dovute, prima di dare avvio all’espropriazione forzata (si tratta della pretesa tributaria).
Con questo vieni informato di quanti soldi devi dare al Fisco, e che ricevi se non hai pagato un avviso di accertamento oppure una cartella esattoriale.
A partire dal momento in cui ricevi la notifica dell’intimazione di pagamento, hai solo 5 giorni per versare il dovuto (in un’unica soluzione ovvero mediante i piani di rateizzazione che trovi in questo articolo).
Diversamente dal termine di 60 giorni – a partire dalla data di notifica – previsto invece per il pagamento della cartella di pagamento,
Non c’è quindi da perdere tempo, se vuoi annullare il tuo debito fiscale ovvero il debito fiscale della tua azienda.
Importi fino a 60.000: gli importi richiesti con l’intimazione di pagamento possono essere rateizzati direttamente on-line, dichiarando la momentanea situazione didifficoltà. In questo caso, il piano ordinario permette di saldare il debito fino a 72 rate.
Importi superiori a 60.000 mila: gli importi richiesti con questo atto possono essere rateizzati presentando domanda attraverso specifici indirizzi PEC e allegando il relativo ISEE. Se la domanda viene accolta si può accedere al piano ordinario che permette la rateizzazione fino a 72 rate.
Quelle appena delineate sono le rateizzazioni secondo il piano ordinario.
Se si hanno difficoltà ad adempiere alla rateizzazione secondo i suddetti piani, gli importi richiesti possono essere rateizzati mediante un piano straordinario di 120 rate. Per accedere a questo piano è necessario dimostrare di non poter pagare il debito secondo criteri ordinari.
Devi sapere che può accedere alla rateizzazione degli importi richiesti con una intimazione dipagamento anche chi è decaduto dalle varie definizioni agevolate.
In caso di mancato pagamento delle somme richieste entro 5 giorni – in un’unica soluzione ovvero mediante rateizzazione – l’Agenzia delle entrate-Riscossione potrà avviare un pignoramento (mobiliare, immobiliare o presso terzi). Clicca qui e guarda qui il nostro video per saperne di più!
Quando è possibile presentare dinanzi al giudice un ricorso avverso l’intimazione di pagamento?
Il ricorso può essere presentato se, a seguito di una scrupolosa verifica dell’atto, dovessero emergere dei vizi relativi alle cartelle di pagamento indicate nell’intimazione.
È in particolare possibile impugnare l’atto quando:
Se l’intimazione di pagamento presenta dei vizi, come quelli di cui ti abbiamo appena parlato, è possibile presentare un ricorso.
In questo caso, ci si rivolge al giudice ordinario per quanto riguarda i contributi (inps e INAIL) e alla Commissione tributaria provinciale per quanto riguarda i tributi.
Devi sapere che avverso l’intimazione di pagamento è anche possibile procedere con un ricorso ai sensi dell’articolo 615 del cpc. La Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 41226 del 22 dicembre 2021 ha affermato che “a fronte della notifica di una intimazione di pagamento, la parte può proporre opposizione ai sensi dell’art. 615 c.p.c., con diverse finalità” .
Per scoprire di più sull’argomento guarda il video sul nostro canale Youtube
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