ISTANZA DI INTERPELLO: COS’E’?
Sei un imprenditore e non sei sicuro che determinate operazioni che vuoi effettuare con la tua impresa siano corrette dal punto id vista fiscale? Sai che c’è un modo per chiedere al Fisco senza correre rischi con l’istanza di interpello?
QUANDO SI UTILIZZA?
L’interpello è uno strumento efficace per evitare e prevenire eventuali contestazioni da parte dell’Agenzia dell’Entrate.

È uno strumento con cui L’impresa si rivolge all’Amministrazione Finanziaria prima di attuare un comportamento rilevante dal punto di vista fiscale.
All’istanza l’Agenzia delle Entrate risponde fornendo la propria interpretazione della norma e la soluzione corretta per quel caso specifico in un tempo variabile che di norma va dai 90 ai 120 giorni. Attenzione però.
Questa risposta ha effetti solo per l’azienda che ha presentato l’stanza, ma soprattutto, in caso di verifica fiscale, il Fisco non potrà emettere atti impositivi né applicare sanzioni per comportamenti del contribuente che si siano conformati alla risposta fornita nell’interpello.
Attenzione però ad abusare di questo strumento.
Se la risposta all’istanza di interpello da parte dell’Agenzia dell’Entrate non è ritenuta condivisibile, non c’è alcuna possibilità di opporsi.
QUANTI TIPI DI INTERPELLO ESISTONO?
Dopo aver spiegato a cosa serve l’interpello vediamo quanti tipi di interpello ci sono e quando si usano.
INTERPELLO ORDINARIO
Il primo l’interpello ordinario si utilizza quando si hanno dei dubbi di interpretazione circa l’applicazione di una norma nella fattispecie aziendale o rispetto ad un determinato fatto.
INTERPELLO QUALIFICATORIO
Il secondo qualificatorio si utilizza quando l’impresa vuole invece sapere quale normativa fiscale va applicata in merito a fatti come la vendita dell’azienda, la stabile organizzazione o come inquadrare una determinata spesa.
È importante che in questo caso l’azienda fornisca nell’istanza una propria interpretazione dei fatti in quanto se il Fisco non dovesse rispondere entro 90 giorni, il silenzio è da considerarsi confermativo
della soluzione proposta.
Quando uso invece l’interpello probatorio?
Quando l’azienda ha necessità di ricevere chiarimenti in merito ai requisiti e agli elementi richiesti dalla legge per accedere a determinati regimi fiscali agevolati. In questo caso il Fisco deve rispondere entro 120 giorni e, anche qui, in caso di mancata disposta vale il tacito assenso.
Ma le forme di interpello non finiscono qui.
INTERPELLO ANTIABUSO
L’interpello antiabuso viene utilizzato quando si vuole chiedere all’Amministrazione Finanziaria se una determinata operazione effettuata dal contribuente presenti elementi tali da essere considerata abusiva e far decadere i vantaggi fiscali ottenuti dall’azienda.
L’abuso del diritto è quel comportamento che, pur non violando apertamente il contenuto di una norma fiscale, la interpreta in maniera ingiustificatamente favorevole al contribuente, ponendosi in
contrasto con gli interessi che la norma intendeva proteggere.
Con l’interpello anti-abuso, appunto, l’azienda evita di ricevere eventuali sanzioni per comportamenti fiscali scorretti. Anche in questo caso l’Agenzia delle Entrate ha tempo 120 giorni per rispondere.
INTERPELLO DISAPPLICATIVO
L’interpello disapplicativo, infine, è una procedura obbligatoria con la quale una determinata azienda chiede la disapplicazione, al suo caso specifico, di una norma tributaria antielusiva.
Ci sono delle norme tributarie che per prevenire o contrastare i comportamenti potenzialmente elusivi dei contribuenti impongono preventivamente delle limitazioni alle deduzioni, alle detrazioni, ai crediti d’imposta o ad altri diritti del contribuente, senza andare a verificare, di volta in volta, le ragioni di ogni singola condotta.
Se però il contribuente ritiene che nel suo caso il comportamento oggetto di limitazione non sia stato adottato con lo scopo di aggirare le norme fiscali, potrà spiegare le sue ragioni all’Amministrazione con l’interpello e chiedere, appunto, la disapplicazione di quella norma.
Questa è una formula particolare perché in questo caso l’azienda deve provare la sua volontà a non aggirare le norme fiscali, pena l’applicazione di sanzioni dai 2.000 ai 21.000 euro. In caso di risposta negativa da parte del Fisco che deve pervenire sempre entro 120 giorni, l’impresa può presentare un ricorso tributario.
E arriviamo all’ultimo interpello, quello per i nuovi investimenti.
INTERPELLO PER I NUOVI INVESTIMENTI
In questo caso ci si rivolge all’Amministrazione Finanziaria quando l’azienda deve effettuare investimenti in Italia per importi non inferiori ai 15 milioni di e ha dubbi in merito al trattamento fiscale da applicare.
Il Fisco deve rispondere entro 120 gg e qualsiasi atto di natura impositiva emesso in difformità alla risposta contenuta nell’istanza di interpello deve ritenersi nullo.
Per rimanere sempre aggiornato in materia tributaria visita il nostro blog e se vuoi scoprire di più su questo strumento guarda il video!